I bambini hanno bisogno di punti di riferimenti affettivi forti da cui partire per andare ad esplorare, ma hanno anche bisogno di poter sviluppare la consapevolezza di poter tornare a fare rifornimento di affetto, tutte le volte in cui ne hanno bisogno.
Intervista alla Dottoressa Anellina De Ponte Psicologa Clinica e Psicoterapeuta ad orientamento Gestaltico e Analitico Transazionale.
“Ogni persona ha valore, importanza e dignità e la capacità di pensare e scegliere”, ognuno decide il proprio destino e queste decisioni possono cambiare nel corso del tempo”. L’opera di Berne era orientata verso un solo obiettivo « guarire il paziente il più velocemente possibile”, e per riuscirci costruì una teoria dalle parole molto semplice per facilitare la relazione terapeuta -paziente e permettere a quest’ultimo di gestire lo strumento terapeutico e di essere quindi parte attiva della sua guarigione.
“Capiamo il bambino, i capricci a tavola” ne parliamo con la Dottoressa Paola Cipriano
Quando c’è un problema col cibo il problema non è mai il cibo, quando i bambini fanno i “capricci” dobbiamo stare molto attenti, dobbiamo pensare anche a cosa proponiamo, cosa gli diciamo, ai messaggi che veicoliamo, perché il bambino associa la nostra reazione al cibo e la mantiene per sempre.
Conversazioni con la Dottoressa Cipriano: chiedere aiuto non è mai un atto di impotenza ma di responsabilità.
“Forse è il caso che ti fai aiutare, forse dovresti andare da uno psicologo”, questa è la frase che a volte abbiamo detto, a volte ci siamo sentiti dire. Qual è la reazione a questo consiglio? Non sono mica matto/a! Non ho bisogno di nessuno, risolvo tutto da solo/a. E poi col tempo tutto si…
Raccolta di articoli sul mutismo selettivo: l’adolescenza
Quando devo parlare la mia voce si ferma, sale la paura, mi ritrovo chiusa in una bolla… Mi sento diversa, strana, diversa, diversa da tutti a volte mi sento frustrata ma anche arrabbiata, soffro e sono triste. Vorrei tanto parlare, rispondere alle vostre domande senza avere paura, senza dover scrivere le risposte anche per un sì o un no. È come se avessi dentro un mostro che mi trattiene e mi chiude in una scatola chiusa a chiave che non riesco ad aprire: ma dov’è questa chiave? Mi sento inutile.