A.A.A. Una storia di un ragazzino o di una ragazzina cercasi

Si leggono tante cose sugli adolescenti. Io che vivo un po’ sospesa tra il paese in cui risiedo e il mio, quello a cui appartengo per nascita e per radici, leggo, cerco di conoscere, informarmi e non assorbire solo la negatività, i pericoli, i rischi che una giovane persona può vivere oggi.
Ho un figlio adolescente devo credere in lui, devo capire. È difficile per me come per qualsiasi genitore, tutto quello vissuto prima sembra facile, eppure avevamo la responsabilità totale di una vita.
Oggi guardavo mio figlio, e pensavo che tutti i ragazzini della sua età vivono un momento delicatissimo, se si voltano indietro intravedono ancora l’infanzia, la grande protezione , i giochi, i viaggi, le vacanze , mamma e papà presenti, solidi, perfetti.

Dall’altra parte c’è l’indipendenza, la fatica  e il piacere di dover cominciare scegliere, il mondo, la scoperta di cose nuove belle, brutte, oscure, luminose. Mamma e papà non sono più perfetti e nemmeno immortali e non capiscono sempre tutto che provano, non anticipano più ogni minimo respiro. Sono altro da loro.
C’è la scoperta dell’amore per alcuni, per altri ancora no c’è l’amicizia come grande sentimento.
Se chiudo gli occhi io MI ricordo a 14 anni, perfettamente.Kandinsky "Arco e freccia"
L’adolescenza è una fase naturale della vita, non una patologia, è l’età in cui sono tesi come le frecce, come dice Gibran, pronti a  lanciarsi verso la vita. Non possono essere simili a noi ma possiamo ricordare come eravamo per comprenderli.
Sappiamo cosa c’è là fuori, ricordiamo come noi stessi siamo riusciti a camminare nella vita evitando (o meno) come in uno slalom i vari pericoli.
Se siamo qui, io a scrivere e voi a leggere vuol dire che ce l’abbiamo fatta. Non siamo guerrieri nel senso estremo della parola, o meglio siamo guerrieri armati di fantasia, di voglia di vivere e di sana curiosità e di quel minimo di amore per noi stessi che ci ha permesso di non gettarci in avventure senza ritorno.
Rappresentare la realtà è giusto, ma mettere il luce solo quello che c’è di inquietante, preoccupante, pericoloso tra i giovanissimi non credo che sia giusto. Non credo che sia la strada giusta. C’è un mondo non parallelo, ma qui presente, abitatissimo di ragazzini che vivono situazioni di quotidiana normalità,  che sembrano non esistere nell’immaginario mediatico. Io credo nella forza del messaggio positivo e so quanto possa essere incisivo. Ho contatti giornalieri con genitori e insegnanti conosco le difficoltà, le conosco benissimo. Non ho voglia di vendere libri che vadano a nutrire l’incertezza e la tristezza. Cerco una storia che parli di un ragazzino o una ragazzina  come tutti, che abbia gli occhi bene aperti sul mondo ma che non sia forzatamente sempre vittima, vorrei che si parlasse di bullismo che non è solo rappresentato dal compagno che ti picchia, o ti ricatta ma anche da quello che pratica un bullismo meno violento ma quotidiano, che ti chiede il foglio, la penna, che ti macchia la giacca col bianchetto (si usa da voi? Io vivo in Francia). Vorrei raccontare la storia di un ragazzino ironico e sensibile  che non sopravvive al suo tempo ma vive, combattendo la sua battaglia giornaliera.
Non è vero che tutte le storie a lieto fine sono irreali!
Che messaggio inviamo ai giovani, che non c’è speranza? Che si vive perennemente infelici?
Se qualcuno ha voglia di provare a scrivere una storia, anzi tante storie di un unico personaggio  A.G.Editions sarà felice di leggere la vostra proposta editoriale.
I vostri figli
I vostri figli non sono figli vostri… sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.