Ansia e paura. Tre domande alla Dottoressa Trivelli

Continua il viaggio nel “pianeta ansia”, un tema che riscuote sempre un grande interesse.

Dottoressa Trivelli l’ansia cos’è?

L’ansia è un’emozione secondaria caratterizzata da una serie di sensazioni fisiche come l’aumento della pressione, della tensione muscolare, la sensazione di minaccia, la preoccupazione.  Sia chiaro che di per sé l’ansia non è qualcosa di negativo, al contrario è utile all’adattamento, infatti nel corso dell’evoluzione se l’uomo non avesse mantenuto attive emozioni quali l’ansia e la paura, non si sarebbe evoluto perché non sarebbe riuscito a far fronte a nessuna situazione. Una totale mancanza di paura ne avrebbe provocato l’estinzione e, ancora oggi, non riuscirebbe ad attraversare una strada trafficata se non avvertisse un po’ di paura e di ansia.

Quindi l’ansia in tutti quei momenti in cui dobbiamo affrontare una prova, una situazione in cui sono necessarie concentrazione e attenzione, è una vera e propria un’alleata, perché entro certi limiti     ha la funzione di ottimizzare le funzioni psicofisiche.

Ansia e paura: che cosa le distingue?       

Parliamo di ANSIA quando le persone credono di essere esposte ad una minaccia, più o meno imminente o grave, quando in realtà non è generata specificamente dall’evento minaccioso, ma scaturisce da tutti quei pensieri che facciamo su quello che sta accadendo, su quello che accadrà, o su quello che potrebbe accadere. Inoltre, l’ansia dipende anche da come ci sentiamo noi: adatti o efficaci ad affrontare quella possibile situazione.

Quando invece siamo esposti ad una minaccia reale l’emozione che si scatena viene definita PAURA. Per intenderci se ci troviamo in casa, di notte, sentiamo una finestra sbattere e un tonfo, segno che qualcuno è entrato la sensazione che proviamo è la  paura. Se invece usciamo dimenticando di attivare l’allarme antifurto e con l’incertezza di aver chiuso le finestre, la sensazione che proviamo è ansia.

Ansia e paura differiscono, anche se le reazioni a livello fisico sono più o meno le stesse : tachicardia, sudorazione, respirazione affannosa, nodo alla gola, molto caldo, molto freddo, nel caso del nostro esempio quello che percepiamo nel primo caso è la reazione, la paura di fronte ad un pericolo reale, mentre l’altra è la reazione ansiosa di fronte ad un pericolo percepito.

 

La paura

La paura è sicuramente l’emozione più antica ed è fondamentale per la sopravvivenza, motivo per cui non è stata eliminata nell’evoluzione e nemmeno l’ansia, o la rabbia. La paura la proviamo quando siamo di fronte ad un pericolo e dobbiamo proteggere la nostra vita fisica e psichica, è una risposta mirata e diretta ad un evento specifico o ad un oggetto specifico, e di solito la persona è completamente consapevole della situazione minacciosa.

Dottoressa quindi la paura è qualcosa di tangibile, di più reale  mentre l’ansia?

L’ansia è diversa dalla paura perché si pone l’obbiettivo di affrontare una preoccupazione sulla verificabilità e sull’affrontabilità di un evento futuro,  ma anche se faticose da sperimentare  e da tollerare ansia e paura non sono sensazioni negative, ma hanno un ruolo adattivo.

L’ansia ci aiuta ad individuare   minacce future, e in un ipotetico scenario ci aiuta  premunirci contro di esse progettando le strategie che ci aiuteranno ad affrontare la situazione particolarmente temuta.

Quando sperimentiamo un giusto livello di ansia che rimane nella nostra finestra di tolleranza, questo stato ci permette di essere più performanti, perché produce un effetto di ottimizzazione delle risorse psico-fisiche della persona. Tuttavia nell’uomo, ma anche negli animali, accade che l’ansia superi soglia  di tolleranza, quando è eccessiva anziché ottimizzare le risorse psicofisiche, tende a bloccare l’individuo fino a trasformarsi in panico, diventando quindi patologica perché   la reazione viene generalizzata anche a situazioni neutre, che in realtà non costituiscono affatto una minaccia. Quindi a questo punto usciamo dall’ansia fisiologica ed entriamo nel campo dell’ansia patologica, che va affrontata dal punto di vista clinico e psicoterapeutico

Dottoressa Trivelli in sostanza l’ansia mantenuta a livelli diremmo “normali”, è un’ottima compagna, sollecita le nostre capacità psico-fisiche, ci dà una spinta in più nella concentrazione e nell’affrontare situazioni di lavoro, di studio o di vita quotidiana.

Quando invece per vari motivi, l’ansia supera la soglia di tolleranza allora invece di essere una sollecitazione diventa un blocco che condiziona tutta la nostra vita. Quindi non riusciamo più ad affrontare neanche le minime difficoltà, anzi come dice lei stessa anche le situazioni apparentemente neutre e innocue diventano ostacoli insormontabili.

Alla prossima tappa del nostro viaggio nel “pianeta ansia”.

Articolo di Adriana Cigni

 

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