GESTIONE DELL’ANSIA, incontri con la Dottoressa Daniela Tagliabue

GESTIONE DELL’ANSIA, incontri con la Dottoressa Daniela Tagliabue

Questo sarà il primo articolo che ci introdurrà nel tema della gestione dell’ansia.

TRAINING AUTOGENO (TA)

Tutti ne parlano, quanti sanno gestirla?

“L’ansia è uno status normale della nostra condotta, se controllata e tenuta negli standard accettabili ci aiuta  a gestire le nuove situazioni e i cambiamenti, ma quando l’ansia supera la soglia al punto da bloccare le nostre azioni e / o provocare un vero proprio malessere  (provocando ad esempio paura, sudorazione, tachicardia, senso di soffocamento, problemi di respirazione) allora è necessario correre ai ripari, prima che questi sintomi si cronicizzino o si trasformino in veri e propri disturbi  “

Ho chiesto quindi alla Dottoressa Tagliabue quali sono le tecniche che possono aiutarci a gestire l’ansia.

Ci sono diverse tecniche che hanno come obiettivo la gestione e l’abbassamento dell’ansia, comincerei parlandovi del TRAINING AUTOGENO (T.A.).

Il training autogeno è una delle tecniche di rilassamento più diffusa e praticata. È finalizzata proprio al recupero energetico e mentale,ad eliminare l’ansia, l’insonnia e lo stress. Personalmente lo considero il metodo ideale per potenziare il benessere psico-fisico e tenere in allenamento mente e corpo, perché si lavora in contemporanea su entrambi.

Ci può spiegare meglio in cosa consiste e a chi è rivolto?

È una tecnica di autodistensione che contribuisce efficacemente all’equilibrio psicofisico: è un metodo di rilassamento che coinvolge la persona proprio nel suo complesso ed è composta da particolari esercizi che devono essere appresi in modo graduale ed essere attivati con un allenamento costante.

Infatti proprio attraverso l’allenamento=training si può raggiungere uno stato mentale che si genera da sé= autogeno. Più ci si allena, più questo stato mentale di rilassamento si sviluppa e favorisce sia  l’autodistensione sia la normalizzazione delle funzioni fisiche e psichiche e sicuramente aiuta ad avere una maggior conoscenza del funzionamento del proprio corpo.

Si rivolge principalmente agli adulti, ma può essere praticato anche con gli adolescenti. È alla portata tutti, perché è semplice da imparare ed è proprio indirizzato a coloro che devono affrontare o risolvere sintomatologie di origine psicosomatica, sciogliere ansia e paure, e sentono l’esigenza di migliorare la propria salute e aumentare il benessere psicofisico.

In particolare, a cosa serve?

I benefici del training autogeno sono molteplici e a diversi livelli: fisico, psicologico, comportamentale. Si ha la possibilità di raggiungere in pochi secondi uno stato di calma e di ridurre il livello di tensione accumulato. In particolare il T.A. è utile per

  • abbassare i livelli di ansia generalizzata;
  • potenziare le capacità di recupero dell’energia e aumentare i livelli di energia;
  • migliorare la capacità di addormentarsi facilmente, utile per chi ha problemi di insonnia e favorisce il ripristino ciclo sonno-veglia;
  • riduzione della percezione delle sensazioni dolorose, ad esempio emicrania e cefalea ed è anche utilizzato con successo nella preparazione al parto.
  • migliorare la capacità di autocontrollo emotivo di fronte ad eventi stressanti, perché una caratteristica del training autogeno è che possiamo metterlo in atto più o meno ovunque e nel momento in cui ci accorgiamo che e siamo in balia di un evento stressante, possiamo usufruirne e quindi miglioriamo le nostre capacità.
  • distaccarsi momentaneamente dai problemi contingenti e poterli vedere da un altro punto di vista (in questo è molto simile alla mindfulness (ne tratteremo in un prossimo articolo, nota di Adri)

Ultimo, ma non meno importante, il potenziamento delle funzioni mentali, perché è stato verificato che il T.A. aumenta la capacità di concentrazione e la memoria, perché abbassando l’ansia si recuperanole energie e a livello mentale.

Dottoressa Tagliabue lei effettua corsi di training autogeno?

Sì, ormai da diversi anni conduco dei corsi individuali e di gruppo,  quest’ultima modalità è particolarmente interessante perché diventa anche un’esperienza completa in quanto oltre al coinvolgimento individuale ci si relaziona e ci si confronta.

Ma quando è nato il training autogeno?

Il training autogeno nasce negli anni ’30 da Johannes Heinrich Schultz un medico neurologotedesco, che mise a punto questa tecnica con l’obiettivo di favorire il rilassamento totale della mente e del corpo.

È composta da una serie di esercizi che devono essere appresi ed eseguiti in ordine perché ognuno ha uno scopo preciso, il primo, l’esercizio della calma, come base di rilassamento, poi quello della pesantezza, del calore, quello del cuore, del respiro, del plesso solare e in ultimo della fronte fresca

Ci si concentra su una parte del corpo differente per ogni tappa e si lavora per rilassarla. In questa pratica la respirazione ha un ruolo fondamentale proprio perché si agisce sui muscoli ed è necessario allenarsi seguendo l’esatta successione di tappe, perché solo in questo modo si può arrivare ad un livello massimo di rilassamento che genera energia e aiuta ad abbassare il livello di ansia e di stress.

Allora Dottoressa riassumendo: per praticare il training autogeno dobbiamo seguire un corso, perché è necessario avere una “guida” che ci insegni la pratica e le varie tappe. Ma quanto tempo ci vuole e poi una volta finito i corso come possiamo utilizzare quello che abbiamo imparato?

Per imparare questa tecnica è necessario seguire un ciclo d’incontri (da 5 a 8) durante i quali e al termine del percorso è importante continuare ad allenarsi. È fondamentale mantenere l’ordine delle tappe perché l’una è propedeutica all’altra, la loro successione serve ad arrivare ad un determinato stadio di rilassamento. Più ci alleniamo,più impariamo a metterlo in pratica nella nostra vita quotidiana, per superare gli stress legati alla routine. Per esempio io lo consiglio sempre a chi ha qualche problema a viaggiare in metropolitana o a stare in luoghi chiusi, si può applicare subito ovunque, nessuno se ne accorge ed è molto efficace.

Ma Dottoressa davvero possiamo utilizzarla dove vogliamo, il training autogeno non si pratica distesi? Com’è possibile che nessuno se ne accorga?

La posizione tipica è quella supina ovviamente, ed la posizione prescelta in cui imparare il metodo del T.A.,  ma si può fare anche seduti. Infatti, una volta imparata la pratica e quindiuna volta diventati esperti, possiamo applicarla in ogni luogo quando ne abbiamo bisogno.

Tutte le immagini sono prese dal web

Articolo di Adriana Cigni

Per informazioni sui prossimi incontri di T.A. o per contattarmi:

Dottoressa Daniela Tagliabue

Daniela Tagliabue cel 340-7712729

[email protected]

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sede di Milano via Zurigo 28 – piazza Wagner 2