Il Valore dell’Arteterapia nei Bambini con Mutismo Selettivo

Scrivendo l’articolo una delle tante cose che mi ha colpito intervistando Matteo Corbetta, è questa: nessun* bambin*, nessun* ragazzin* ha mai sentito il bisogno di abbandonare la sala di arteterapia, anche il più chiuso, il più silenzioso, il più bloccato…
sono rimasta conquistata dalla delicatezza dell’approccio, dalla sensibilità con cui si accoglie
“Per prima cosa mi presento al bambino e spiego in breve il lavoro che verrà fatto, con parole comprensibili e adatte all’età del bambino. Questo è l’impatto, in seguito preferisco comunicare con un canale non verbale e potete immaginare quanto questo sia fondamentale nel caso di bambini con mutismo selettivo. È mia premura rendere il setting in cui “lavoriamo” un luogo accogliente, dove vengano favorite le interazioni e nel quale ci si possa esprimere attraverso il disegno, la creazione di forme e la produzione di immagini. Devo dire che l’approccio ha sempre un esito positivo ed è spesso empatico, malgrado le normali difficoltà di essere in un luogo nuovo con un estraneo. Nessun bambino, in questi anni, ha mai sentito la necessità di uscire dalla stanza di arteterapia. È necessario rispettare i loro tempi, è probabile che in una prima fase il bambino abbia la necessità di tenere sotto controllo ogni movimento del terapista e sia attento agli stimoli contestuali. Con il trascorrere del tempo nella stessa seduta, o in quelle successive, si instaura in modo naturale la relazione con i materiali e con il terapista stesso.

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