“Le parole (dei bambini) sono importanti!” Conversazione con la Dottoressa Simona Ius

“Le parole sono importanti!”  (citazione di  morettiana memoria), è il titolo giusto per l’argomento che affronterò in questo breve articolo.

Esempio:

Un* bambin* dice ad una persona:

sei vecchi* ;

hai le gambe storte;

hai l’alito cattivo;

hai una macchia sulla pelle;

hai pochi capelli…e potrei procedere all’infinito.

Qualche giorno fa ho assistito ad un episodio del genere:una bambina rivolgendosi ad una signora che ha una macchia sulla mano molto visibile, le ha detto con dovizia di particolari, che tutti pensano che sia sporca e che non si lavi mai le mani.

Certo sono bambini, certo  non lo fanno per cattiveria, ma a volte mirano e colpiscono il bersaglio con una precisione scientifica, in situazioni normali tutti noi sorvoliamo (o facciamo finta), diciamo “è un bambino”, ma a volte, e nel caso di questa signora è stata una di quelle volte, il bambino raggiunge un punto debolissimo della persona, colpisce la fragilità, il complesso. E affonda.

Allora mi domando: quando un bambino è sgradevole e utilizza la verità per dire cose sgradevoli, come rispondere? Come affrontare questa situazione?

Ho chiesto un parere alla Dottoressa Simona Ius, Psicoterapeuta.

Dottoressa lei cosa consiglia di fare in queste situazioni?

Distinguiamo prima di tutto tra la curiosità – che non va mai sanzionata, ma indirizzata- e la volontà di colpire l’altro – che va compresa nelle sue cause, ma anche educata immediatamente.

Come in tutte le situazioni la metacomunicazione ([1]) è la salvezza, gli si può rispondere sui contenuti: ho una macchia  non perché non mi lavi, ma perché tanto tempo fa ho avuto un incidente e mi sono ustionata la mano. Lo so non è bellissima ma io sono felice di aver salvato la mia mano. Meglio averla con una brutta macchia che non averla per niente non trovi?

Ma dimmi ti  dà tanto fastidio?

Perché sei così arrabbiato?

C’è qualcosa o qualcuno che ti innervosisce?

Hai passato una brutta giornata e ti stai sfogando con me?

In questo caso o si sente accolto da questa reazione e  si confida, e magari confessa che sì, è arrabbiato perché ha perso due bustine di figurine che la mamma gli aveva proibito di portare a scuola, oppure continua nel suo atteggiamento di duro, ma  comunque lo abbiamo messo in in crisi, in un senso positivo,perché  ora sa che abbiamo compreso che le sue parole aggressive servono a coprire le sue fragilità.

Ma queste “frecce scoccate” a cosa mirano, qual è il loro scopo?

I bambini non sono veramente interessati ai contenuti. Sono frecce scoccate che mirano solo a provocare un po’ dispiacere o una reazione aggressiva,  sicuramente  qualcuno che risponde imprevedibilmente, favorendo lo scambio, con un reazione pacata può spiazzare completamente il bambino,  confermando quel principio della comunicazione per cui è il ricevente che marca il contesto: il ricevente, in questo caso, di una piccola o grande cattiveria, marca con la sua risposta di non essere paritario col bambino: è un adulto, ha una funzione educativa e protettiva nei suoi confronti.

Quindi quando riusciamo a porci su un piano sereno, rispondendo sui contenuti con un tono calmo il nostro metamessaggio è “non è riuscito il tuo intento di scarica aggressiva, ma sto vedendo la tua aggressività e sono disposta ad ascoltarti, a darti uno spazio.

Io posso aggiungere che non è sempre facile rimanere così pacati, non è sempre facile non sentirsi colpiti, dipende anche dal momento in cui stiamo vivendo, dal nostro stato d’animo, dal contesto. In ogni caso come dice la Dottoressa Ius, una reazione pacata farà del bene a noi adulti, rendendoci più “solidi”, e farà del bene al bambino che imparerà che l’aggressività non chiama sempre altra aggressività.

 

[1] È una comunicazione sulla Comunicazione stessa, in genere riferita agli aspetti di relazione tra i due partecipanti alla comunicazione indipendenti dal contenuto: un esempio è: “perché me lo dici con questo tono?” “Mi sembri molto felice mentre mi dici questa cosa” “Non è questo il modo di discutere di questo argomento”

 

 

 

 

La dottoressa Simona Ius fa  parte dello Studio Smail   

Il suo Studio è a Roma

Smail Roma
Via Aurelia 376
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(Metro A fermata Baldo degli Ubaldi)

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