Gentili Insegnanti, il mutismo selettivo è….

Gentili Insegnanti,
l’insegnante è colui che “insegna ad imparare” ovunque nel mondo. E’ il primo approccio con il mondo esterno, è l’autorità extrafamiliare. A volte laddove c’è un vuoto culturale, uno sfascio familiare siete l’unico riferimento “sano” del bambino o del ragazzo.
Conoscevo già la vostra importanza e ora che lavoro sia in Francia che in Italia, scopro che non vi è differenza. La scuola è cruciale. Un bambino in difficoltà è un cucciolo smarrito, un ragazzo o una ragazza in difficoltà “sono anime perse”.

Da anni mi occupo di mutismo selettivo, un disturbo legato all’ansia che si manifesta nel bambino, nell’adolescente o nel ragazzo nell’impossibilità di parlare in alcune situazioni  in cui non si sente a suo agio, in particolare modo la scuola, mentre può farlo senza problemi  in famiglia o in situazioni in cui invece è perfettamente a suo agio.

Nel mio “viaggio” nell’universo del mutismo selettivo incontro bambini senza alcun problema di apprendimento non valutati, perché non si sono trovate alternative all’interrogazione orale, adolescenti isolate in classe, che interrompono gli studi alle medie. Leggo di ragazzi rosi dalla fobia sociale, impossibilitati a parlare costretti a chiedere scusa.
Un’azione così banale che per loro è come scalare l’Everest soffrendo di vertigini.
Care/cari insegnanti, lo so che avete classi sovraffollate, che lavorate tantissimo ma senza la vostra collaborazione i bambini, i ragazzi in difficoltà non ce la possono fare. Quel bambino là in fondo alla classe che non parla, che non gioca , che non partecipa, che non riuscite a “valutare”, quella ragazza che vuole scrivervi le risposte, anche se si trova proprio davanti a voi, dietro il loro silenzio hanno miliardi di parole che si rifiutano di uscire, arcobaleni di emozioni, desideri di vita immensi. E’ sacrosanto, è normale che non siate informati , ma se i genitori vi danno informazioni, valutatele. Se vi consigliano dei libri LEGGETELI!

Questi bambini e ragazzi voi li vedete come i loro genitori non li hanno visti, probabilmente, mai. Voi conoscete il loro silenzio. Il vostro è un mestiere difficilissimo, con un grande carico di responsabilità. Ci vuole un equilibrio psicologico immenso per gestire tante vite in ebollizione e certo i bambini con difficoltà non vi rendono la vita facile. Ma se vi scrivo è perché sono convinta che se esiste una collaborazione stretta e attiva tra voi-famiglia -terapeuta, il bambino in questione o il ragazzo avranno molte più possibilità di progredire nella vita. Non dico di parlare, ma progredire, acquistare fiducia in se stessi.

Adriana Cigni

Il libro sarà disponibile tra qualche giorno potete prenotarlo

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