Il tempo delle vacanze per molti bambini e ragazzi è un tempo “proficuo” per vivere esperienze, socializzare, confrontarsi, proporsi in modo nuovo

 

Siamo a luglio, che si continui a lavorare, che si stia in vacanza in città o si parta, è comunque un periodo in cui le terapie o i percorsi intrapresi si mettono in modalità “PAUSA”.

Ho chiesto al Dottor Corbetta, arteterapista, come si vive questo momento di “interruzione”

In effetti questo è proprio il periodo in cui sospendiamo momentaneamente le sedute di Arteterapia in corso. Di solito sul finire dell’annualità o prima delle partenze per le ferie o nelle sospensioni per le feste, la frase che sento spesso ripetere da colleghi e operatori è: “dobbiamo sospendere proprio adesso, se ci fossero state ancora due o tre sedute … eravamo proprio al punto di svolta”. È una frase che direi anch’io!

Nelle sedute di Arteterapia mi capita di percepire il cambiamento, la modifica, la presa di consapevolezza del bambino o del ragazzo in seduta, proprio prima di una interruzione o fine di percorso (se si tratta delle scuole dove il numero di incontri è stabilita da un contratto firmato).

Dottor Corbetta le sue parole indicano una grande passione per il suo lavoro ma è ovvio che umanamente il periodo di pausa è salutare per tutti, anche per voi terapeuti. Voi siete a contatto con diverse problematiche, con il dolore, la sofferenza psichica di grandi e piccini, credo che sia necessaria una pausa “rigeneratrice”.

È proprio così! Nel corso della mia formazione, mi ha accompagnato un monito di una docente che diceva pressappoco che “noi non siamo i salvatori di nessuno”.

Mi sono ripetuto questa frase nel tempo, me la ripeto ogni giorno. Penso che sia fondamentale non pensare di essere onnipotenti soprattutto nel nostro lavoro di relazione profonda, di incontro e relazione con le persone, attraverso il quale entriamo in contatto con le emozioni, le fragilità, i punti di forza e i vissuti.

Il lavoro che svolgo è un lavoro di facilitazione rispetto a quanto succede all’interno del setting.

Cerco di condurre la persona o i gruppi con i quali interagisco, ad un’esperienza che possa essere interiorizzata ed esternalizzata.

Essere consapevoli che in un percorso noi non siamo gli attori ma i tecnici della scena, aiuta a vivere con estrema positività le pause.

Qual è quindi il suo modo di congedarsi dai suoi pazienti prima delle vacanze?

Per spiegare ai pazienti la sospensione del percorso, utilizzo prevalentemente due modalità:

  • Con i più grandi (i ragazzi della scuola secondaria e gli adolescenti): ripercorriamo il percorso attraverso le creazioni fatte (visibili in foto al computer). Con loro effettuo una verifica rispetto agli obiettivi che ci eravamo preposti, verifico l’andamento del percorso, gli obiettivi raggiunti e le nuove mete da raggiungere.
  • Con i bambini dell’asilo dell’infanzia e della scuola primaria, introducendo il tema delle vacanze, propongo un’opera artistica di chiusura di quanto si sta svolgendo, rimandando la continuazione del lavoro a settembre.

In questo modo riusciamo a mettere il percorso in standby, con la possibilità che esporteranno quanto acquisito all’interno del setting nel “qui ed ora”, all’esterno.

Il tempo delle vacanze per molti dei bambini e ragazzi che seguo è un tempo “proficuo” per vivere esperienze, socializzare, confrontarsi, proporsi in modo nuovo con chi non conoscono e sperimentare dinamiche differenti da quelle che vivono nei contesti del quotidiano.

Mi piace pensare che chi fa il nostro lavoro getti dei semi che poi germoglieranno con il proprio tempo e secondo i terreni che troveranno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le immagini sono prese dal web

 

 

 

Se qualcuno dei nostri lettori (genitori, ragazzi, adulti) volesse contattare il Dottor Matteo Corbetta può scrivergli direttamente alla mail

[email protected]

3393506327

oppure al Centro di Cesano Maderno dove collabora con la Dottoressa Claudia Gorla Psicoterapeuta

Centro Medico MEDIPLUS s.n.c.
Via Val Gardena 3