Conversazione con la Dottoressa Alessandra Marelli Psicoterapeuta

Dottoressa Marelli lei è una psicoterapeuta a quale tipo di orientamento terapeutico fa riferimento?

Sono una psicoterapeuta di orientamento  gestaltico, Emdr primo e secondo livello, mi occupo anche di grandi e piccoli traumi, lavoro con i bambini, gli adulti e le coppie.

Mi occupo anche di supervisioni all’interno di asili nido e scuole materne e di formazione specifica per gli operatori d’infanzia (educatori, maestre e insegnanti)

 

 

 

 

 

Sono anche Presidente di ASIPP (Associazione Scientifica Italiana di Psicologia Perinatale)

Che vuol dire orientamento gestaltico?

L’approccio gestaltico  (da Gestalt [1]) rientra tendenzialmente nel filone psicodinamico, non si limita quindi a curare o a modificare  un comportamento, ma tende a capire quali siano  le origini di quel sintomo , di quel comportamento che diventa disadattivo in un periodo particolare della vita di una persona. Lo scopo è quello di ripristinare l’equilibrio lavorando alla base del sintomo e non sul sintomo in sé stesso.

È un approccio completo che considera la globalità della persona, la mente, la parte emotiva, e porta l’attenzione anche sul corpo, la postura, il modo di parlare, di sedersi, come si sta nel mondo attraverso il proprio corpo.

Io sono anche una psicoterapeuta EMDR  e d ho trovato in questi due modelli un concetto fondamentale che li accomuna: la persona è una struttura unitaria e va vista nel suo insieme, sempre.

Mi soffermo sulla sua attività nelle scuole, cosa intende per  “supervisioni educative”?

In pratica mi occupo dei casi di bambini, con qualche problema particolare, che mi vengono indicati dal corpo insegnante, ma soprattutto mi occupo del benessere generale dell’equipe, credo che sia fondamentale occuparsi degli insegnanti, dalla loro serenità dipende anche il miglioramento del lavoro educativo e di conseguenza anche il benessere dei bambini.

Credo che sia sostenere e supportare gli insegnanti in modo che qualsiasi frustrazione o problema venga risolta o attenuata prima che si ripercuota sul lavoro, e quindi inevitabilmente abbia un impatto sui bambini.

Credo che questo suo intervento e supporto agli insegnanti sia fondamentale Dottoressa Marelli, e rispecchi anche un ‘esigenza molto attuale e dibattuta. Ora le pongo una domanda apparentemente facile ma la “obbliga” a raccontarmi un po’ la sua storia: perché ha scelto di fare questo lavoro?

Ah che domanda!

Parto dal presupposto che ho sempre pensato di fare la psicoterapeuta. Ma prima di approdare veramente alla mia professione ho avuto l’esigenza di vivere esperienze completamente diverse. Non faccio parte di coloro che hanno rispettato tutte le tappe in maniera regolare, ho fatto molti altri lavori (gestione di un locale, istruttrice di nuoto) che apparentemente non avevano alcuna relazione con la psicologia, ho viaggiato molto e anche vissuto all’estero (negli Stati Uniti, in Spagna), mi sono costruita un bagaglio di esperienze anche difficili ma che fanno di me la persona che sono oggi, la professionista che sono oggi.

In tutto questo viaggiare e svolgere anche lavori molto lontani dalla vocazione psicologica, mi sono resa conto che ovunque andassi, qualunque cosa facessi, mi tornava in mente questo desiderio di poter aiutare gli altri a stare meglio. Mi sono laureata tardi e la mia laurea l’ho conseguita lavorando a tempo pieno in una comunità per minori, questa per me è una delle più belle conquiste della mia vita, ho ottenuto un risultato importante, la mia laurea, in breve tempo affrontando enormi sacrifici. Ho costruito la mia carriera, la mia indipendenza con le mie sole forze e questo sono felice di dirlo: mi rende davvero fiera.

Ho capito in seguito che tutte le esperienze vissute, così lontane da quella che era la mia vocazione, oggi rappresentano un bagaglio utilissimo per la mia professione, mi aiutano comprendere meglio anche i miei pazienti, ad empatizzare,  perché molte esperienze le ho vissute personalmente.

Dottoressa Marelli nei prossimi articoli entreremo un po’ più nel dettaglio della Psicologia Perinatale, lei perché ha scelto questo tipo di specializzazione?

Ho partecipato ad un Corso di Alta Formazione Professionale, riguardante la Psicologia Perinatale. e nel corso di questa formazione ho conosciuto due colleghe con le quali ho subito condiviso l’idea di sviluppare questo tema, e grazie a questa passione comune abbiamo creato ASIPP (Associazione Scientifica Italiana di Psicologia Perinatale).

https://asipp.wordpress.com/

Abbiamo fondato l’associazione perché ci siamo rese conto che c’è molta disinformazione e molti pregiudizi su l‘essere madre, è come se esistessero due fazioni quasi opposte: da una parte la mamma “ad altissimo contatto”, allattamento prolungato, co-sleeping, e dall’altra parte la mamma che opta per la massima autonomia: il bambino subito nel lettino nella sua stanza, nessun allattamento al seno.

A noi non interessa giudicare, non ci sono mamme di serie A o serie B, ci interessa andare oltre le credenze e i pregiudizi, ci interessa fare un po’ di chiarezza ricordando che esiste una fisiologia del bambino che va rispettata e che è associata anche alla psicologia. Vogliamo porre anche l’attenzione sul fatto che esiste il bambino ma anche la madre, anzi la donna, che deve costruirsi i il ruolo di madre, e deve avere la forza di accettare l’ambivalenza che c’è in questo ruolo, di accettare il fatto che il picco di felicità del sentirsi madre non sarà sempre a livelli altissimi, che ci saranno momenti di sconforto, di stanchezza e che questo non le trasforma in madri inadeguate. Cerchiamo di far accettare tutto questo alle donne-madri dando nozioni di base di fisiologia, ma soprattutto lasciandole libere di decidere di essere madri come loro sentono di esserlo, senza alcun precetto, senza quel dubbio continuo di essere sbagliate.

Dottoressa lei organizza anche dei seminari informativi per genitori?

Sì, organizzo anche dei seminari formativi su alcuni temi che li riguardano molto da vicino come per esempio i capricci dei bambini, oppure un altro tema sul quale sto lavorando per il prossimo incontro è quello sull’autonomia, capire perché molti genitori decidono di iscrivere i bambini molto piccoli alla scuola materna facendoli entrare come anticipatari (ora la legge lo permette), per poi far iniziare prima elementari in anticipo.

Di chi è l’esigenza? È un’esigenza del bambino? Ci sono dei vantaggi?

Vorrei far capire che non si possono bruciare le tappe fisiologiche e che quello che viene sottratto in un ‘età così importante è bambino è qualcosa che mancherà al bambino che andrà poi a cercare in altre cose… continua nei prossimi articoli.

Grazie Dottoressa quest’ultimo tema mi sembra molto interessante e soprattutto attuale, vogliamo parlarne nel prossimo articolo?

A presto

 

 

 

 

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[1] Gestalt therapy  creata da Friedrich Perls negli anni ‘50