Parliamo ancora di Arteterapia.
In un precedente articolo avevamo descritto un laboratorio esperienziale guidato dall’Arteterapeuta Matteo Corbetta, dal titolo “Il bambino che ero”, http://https://ilblogdiadri.altervista.org/2019/05/il-bambino-che-ero-laboratorio-esperienziale-di-arteterapia-dedicato-agli-adulti-al-centro-koru-lab/ , che si è svolto qualche giorno fa.
Il 16 maggio Matteo ha riproposto l’esperienza ad un nuovo gruppo di partecipanti.
- Matteo in pratica hai riproposto al nuovo gruppo lo stesso percorso della prima seduta
Sì! Il gruppo particolarmente numeroso, nel momento del rilassamento si è lasciato condurre in una stimolazione verbale, in questa fase ci siamo ricongiunti con l’immagine del bambino che eravamo,, per poi guardare quei ricordi, quelle emozioni, le sensazioni con gli occhi di oggi, da adulti.
Il procedimento dell’esperienza è simile a quella che trovate nel link.
Anche questa volta abbiamo avuto una fase di verbalizzazione in cui i partecipanti hanno dato voce a quanto avevano sperimentato e trasformato in immagine.
Nel lavoro con i materiali l’esperienza è stata molto intensa perché, per ognuno ha preso forma ricordi e vissuti del bambino che era… soprattutto quelli spensierati . Questo riemergere della spensieratezza e della leggerezza ha sottolineato
ancora di più la complicazione e la pesantezza della vita frenetica del presente. Ognuno ha raccontato i suoi ricordi guardando con tenerezza il bambino che era, e tutti siamo arrivati a questa riflessione: è utilissimo ricordare e ritrovare il bambino che eravamo. Ci serve per non perdere non solo una parte di noi stessi ma a anche quelle sfumature e che spesso si dimenticano nella routine quotidiana.